
Nel 2025, la moda continua a essere uno dei settori più forti dell’export italiano — e sorprendentemente, uno dei mercati più dinamici arriva proprio da Est.
I Paesi dell’Unione Economica Eurasica (UEE) — che riunisce Russia, Kazakhstan, Bielorussia, Armenia e Kirghizistan — stanno registrando una crescita costante nella domanda di abbigliamento, calzature e accessori di qualità.
Per il Made in Italy, questo significa una sola cosa: nuove opportunità di export.
Un mercato in crescita, nonostante le difficoltà globali
Secondo le più recenti analisi di mercato, il comparto moda nell’UEE raggiungerà un valore di circa 11,7 miliardi di dollari nel 2025, con una crescita media superiore al 10% annuo.
La categoria “abbigliamento” da sola rappresenta oltre 7,7 miliardi di dollari, in aumento di oltre il 20% rispetto al 2024.
In parole povere: mentre in Europa occidentale la moda affronta una fase di saturazione e margini ridotti, nell’area eurasiatica i consumatori stanno aumentando gli acquisti, spinti da una classe media in espansione e da un crescente interesse per lo stile occidentale.
L’abbigliamento italiano, in particolare, mantiene un forte richiamo simbolico: qualità, gusto, design e affidabilità produttiva. Marchi noti e piccole realtà artigianali trovano terreno fertile, purché sappiano muoversi con intelligenza.
Il fascino del Made in Italy: da status symbol a garanzia di valore
Nel Kazakhstan, ad esempio, la richiesta di capi d’abbigliamento e outerwear importati è cresciuta in modo significativo negli ultimi due anni.
Le boutique e i distributori locali cercano prodotti che uniscano estetica, qualità e durabilità, caratteristiche tipiche delle produzioni italiane.
Il Made in Italy non è solo un’etichetta, ma una promessa di autenticità che i consumatori dell’area UEE riconoscono e apprezzano.
Anche in Russia e Bielorussia — dove il contesto politico ed economico può sembrare più complesso — i dati mostrano un interesse costante verso la moda europea, soprattutto nelle fasce medio-alte del mercato.
Un nuovo orizzonte per l’export
Nonostante le sfide logistiche e normative, le imprese italiane che esportano verso l’UEE stanno ottenendo risultati interessanti.
Le aziende più dinamiche non si limitano a vendere prodotti, ma costruiscono partnership locali, adattano strategie di distribuzione e curano la presenza digitale nei canali e-commerce regionali.
Chi ha investito per tempo in relazioni commerciali stabili oggi raccoglie i frutti di un mercato in espansione, meno affollato di competitor diretti e ancora ricco di potenziale.
Opportunità e strategie per il 2025
Ecco cosa sta funzionando davvero nel settore moda verso i Paesi UEE:
Segmentazione mirata: abbigliamento e outerwear sono le categorie più forti. Gli accessori, invece, mostrano una crescita più lenta.
Distribuzione ibrida: mix tra retail fisico e piattaforme digitali locali per intercettare nuovi clienti.
Presidio doganale e certificativo: conoscere bene le regole di esportazione e le procedure EAC (marchio di conformità dell’Unione Eurasica) è fondamentale per evitare blocchi alla dogana e ritardi.
Partnership di fiducia: un distributore locale affidabile è la chiave per entrare stabilmente nel mercato.
Le aziende italiane che uniscono creatività e pianificazione stanno trovando spazio proprio lì dove molti non guardavano: nell’Est che cresce in silenzio.
Guardare a Est, con visione e metodo
Il 2025 segna una fase di riorientamento dell’export moda: non basta più puntare solo su Europa e Stati Uniti.
Le nuove frontiere commerciali passano anche da mercati meno convenzionali, come quelli dell’Unione Eurasica, dove la domanda di prodotti di qualità è in aumento costante.
Parità Export accompagna le aziende italiane in questo percorso, fornendo supporto tecnico, consulenza doganale e certificazioni EAC, fondamentali per chi vuole entrare nel mercato con sicurezza e professionalità.
In conclusione, entrare nel mercato dell’Unione Economica Eurasica significa saper coniugare qualità e conformità. Anche il miglior prodotto Made in Italy, senza le giuste certificazioni, rischia di restare bloccato in dogana o di non essere accettato sul mercato.
Parità Export supporta le aziende italiane proprio in questo passaggio cruciale: ottenimento delle certificazioni EAC, assistenza tecnica e gestione completa della documentazione richiesta per l’esportazione verso Paesi come Russia, Kazakhstan, Bielorussia, Armenia e Kirghizistan.
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